venerdì 23 gennaio 2009

Quel "ragionevole dubbio" che può salvare una vita...


Per questa riflessione traggo ispirazione da uno spettacolo che sono andata a vedere venerdì scorso al teatro Manzoni di Pistoia: "La parola ai giurati" di Reginald Rose, regista e attore protagonista Alessandro Gassman. 
La storia è molto semplice: una giuria popolare si riunisce per decidere le sorti di un ragazzino accusato di parricidio. Ci sono dei testimoni oculari, delle prove contro di lui, il suo alibi non regge.....tutto sembra portare ad un verdetto tanto immediato quanto inconfutabile. "Colpevole".
Soltanto uno dei giurati manifesta qualche perplessità in proposito e chiede agli altri di riesaminare con calma e nel dettaglio tutti i passaggi; infatti, la condanna può essere fatta solo in caso di unanimità e implica la certezza del crimine al di là di ogni ragionevole dubbio
In questa formula è racchiuso il senso di tutta la commedia. E' lecito pensare che sia stato proprio il ragazzo ad uccidere il padre, ed è molto probabile che sia così.......ma non è certo. Questa condizione è sufficiente a dichiarare l'accusato "non colpevole" e a risparmiare la sedia elettrica a un ragazzino di 16 anni.
E' una storia che secondo me può far davvero riflettere....
La società in cui viviamo ci insegna a mostrare sicurezza in tutto quello che facciamo e diciamo; se vogliamo essere ascoltati dobbiamo far credere agli altri che abbiamo la VERITA' , e quella verità non deve essere messa mai in discussione, deve essere imposta anche con prepotenza, magari abbellita o nascosta da mille fronzoli...ma mai, MAI incrinata! 
Chi si mostra insicuro viene travolto, chi si ferma a riflettere prima di agire perde quota, chi dubita delle sue convinzioni perde credibilità e considerazione. 
E' un'epoca, questa, dove conta più la quantità che la qualità di ciò che si dice, dove molti parlano e pochi ascoltano, dove si preferisce portare avanti idee infondate e precostituite piuttosto che ragionare e costruirsi idee proprie, magari impopolari, ma nelle quali crediamo profondamente. 
Non è che voglia demonizzare la società di oggi, ma a me sembra che sia un "vizio" comune,
 TROPPO comune, quello di prendere decisioni affrettate, non abbastanza ponderate....di vivere così, alla giornata, come se non fossimo noi i responsabili delle nostre scelte, come se fosse sempre possibile tornare indietro!  
A volte non è così...a volte è necessario fermarsi, è indispensabile entrare in crisi, è di importanza anche vitale avere dei dubbi. 
Ne "La parola ai giurati" quel ragionevole dubbio è servito a salvare un ragazzo dall
a sedia elettrica. Forse nessuno di noi si troverà mai in situazioni così estreme, ma se avessimo il coraggio di ammettere il potere salvifico del dubbio anche nella semplice quotidianità, magari riusciremmo a tenere al guinzaglio la nostra vita un pochino di più e ad esserne noi i veri padroni. 
Non è per fare retorica...io ci credo davvero.

2 commenti:

egocentricamente ha detto...

Il tuo discorso mi convince abbastanza quando si tratta di decidere per la morte di un ragazzino (per altro credo che la pena di morte sia una cosa da evitare sempre), ma cosa succede se il ragionevole dubbio coglie nel momento di prendere una decisione per cui invece occorre essere decisi?
Ad esempio cosa succede se tutti ci facciamo prendere dal dubbio e nessuno agisce?
Mi verrebbe in mente la vicenda di Eluana Englaro, ma preferirei che a quel tipo di decisioni arrivassero i medici e la famiglia, tuttavia occorre che in quel caso una decisione si prend no?... non lo so quanto dubitare o decidere siano in contrasto a volte...

Rachele ha detto...

Certo che le decisioni vanno prese! però io volevo dire che non vanno prese senza pensare.....cioè, bisogna essere consapevoli che ciò che si dice e si fa ha un peso, ha le sue conseguenze! Ogni scelta deve essere ponderata, deve essere preceduta da una riflessione...e anche quando magari la direzione da prendere sembra ovvia, forse è meglio fermarsi un attimo in più e osservare la situazione da altri punti di vista!
Per quanto riguarda Eluana, io sono convinta che in quel caso il problema sia stato un altro......e cioè che abbia voluto decidere chi non ne aveva il diritto. Comunque, opinione personalissima e sicuramente contestabile!